La settimana scorsa ho partecipato al corteo a Palermo in ricordo della morte di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, due uomini uccisi nel 1992 mentre combattevano in nome dello Stato italiano la criminalità organizzata.
Quando sono sbarcata in Sicilia ero una semplice diciassettenne friulana, ma tre giorni dopo, rientrando a casa, mi sentivo, più che mai, una diciassettenne italiana... con la sensazione che qui, nella nostra Regione a statuto speciale, talvolta rischiamo di a sottovalutare quella che è la realtà nel nostro Paese. Paese non è Udine, non è il Friuli e non è la Padania, non è Roma. L'Italia comprende 20 regioni che devono vivere unite, e combattere insieme per una causa comune. Ho visto la povertà della periferia di Roma, ho visto edifici senza manutenzione nel centro di Palermo. Ho visto bambini scalzi e donne stanche, uomini stressati e anziani rassegnati seduti sul bordo della strada, ma che, nonostante tutto, si sono alzati in piedi davanti al passaggio del corteo e hanno gridato insieme con noi giovani. Per la prima volta quest’ anno, dopo 20 anni di manifestazioni, la popolazione palermitana è uscita sulle terrazze, aprendo lenzuoli bianchi: alcuni sorridevano, tra i palloncini tricolore e i diecimila studenti. Un'anziana reggeva uno striscione che diceva “La mafia ha più paura della scuola che della giustizia”. Così, in quel pomeriggio piovoso per le strade di Palermo, una volta tanto i riflettori non erano puntati sugli scandali della politica, ma sugli Italiani, che, dopo tutto quello che stanno passando, hanno mostrato il valore dell'Unità nazionale, che, personalmente, non avevo mai considerato con tanta intensità. La criminalità, al giorno d'oggi, non sono solo gli spacciatori, i ladri, gli evasori fiscali, o la mafia che, come molti non sanno, sta spostando al Nord i suoi traffici. Il crimine è anche la violenza sui minori e sulle donne, l'assassinio di innocenti, il mancato rispetto dei Diritti, la discriminazione, la distorsione delle informazioni.... Quanto ancora potrebbe andare avanti questa lista? Quanto basta per capire che il problema considerato ha facce diverse ma ugualmente corruttrici.
Lottare per la legalità è compito di tutti i cittadini, perché le persone oneste sono la maggioranza.
Dobbiamo pretendere una comunità Italiana libera, dobbiamo avere la forza di alzarci in piedi, e trovare il coraggio che io ho visto negli occhi dei manifestanti a Palermo, di dire di NO. NO alla mafia. NO all'evasione fiscale. NO al silenzio. NO alla violenza. Ho trovato la motivazione che mi ha spinta a voler condividere e diffondere il più possibile questo messaggio, nell'espressione stanca, cupa, addolorata della Presidente della Consulta studentesca di Brindisi, quando con rabbia, in Commissione Nazionale, ha detto “la morte la leggiamo sui giornali, ne sentiamo parlare.... ma viverla di persona, non si può sopportare”. I fatti di Brindisi del 19 Maggio 2012 sono stati una manifestazione di violenza che ha lasciato tutti senza parole, a partire da noi giovani, che siamo stati feriti là dove non doveva succedere. Cito il Ministro Francesco Profumo nel dire che “colpire da vigliacchi una scuola è infatti colpire l’Italia intera, perché lì si forma il suo futuro. (…) Vi dimostreremo che i terribili fatti di oggi sono un segno di debolezza e non di forza di chi li ha compiuti.” Siamo gli studenti e il futuro dell'Italia: attacchi come quello alla scuola di Brindisi non possono essere accettati. Come Comunità Studentesca, dobbiamo imporci per rendere chiaro il messaggio che nella scuola legalità e non violenza devono essere garantite. Per fare questo però non basta incolpare una bomba, perché anche nel nostro piccolo c'è qualcosa su cui lavorare. Sabato 26 maggio per esempio, nel Centro Studi di Udine, tre ragazzi hanno dovuto farsi prestare assistenza sanitaria per colpa di altri studenti eccitati dai festeggiamenti post cene di “matura”. Non era forse un diritto di quei tre ragazzi frequentare le lezioni, quella mattina? Non era forse un loro diritto credere di essere sicuri, andando a scuola, quel giorno? Allora capiamo quanto sia facile criticare gli altri e rimanere indifferenti di fronte ai propri errori.
Venitemi a dire che in un periodo di crisi come questo non ci siamo comportati da egoisti sprecando tutto quel cibo. Uova e farina per le strade quando in Italia ci sono persone che rinunciano alla propria casa per avere la sicurezza di poter sfamare i propri figli. Non è questione di moralismo, ma di realismo, e soprattutto, di coerenza. Se avessimo avuto un po' di rispetto in più verso la situazione critica del nostro Paese, quella mattina non ci sarebbe stato bisogno di chiamare un'ambulanza.
La decisione da parte della Consulta Provinciale degli Studenti di Udine, che quest’ anno ha rinunciato alle spese per la Giornata dell'Arte e della Creatività Studentesca, voleva essere la dimostrazione di come anche noi giovani possiamo e dobbiamo rappresentare il futuro di un Paese che ha bisogno di risparmiare e trovare la voglia di ricostruire.
Facciamo vedere alla nostra Italia che siamo qui, informati, coscienti, svegli, dinamici, pronti anche nel nostro piccolo a batterci per portare avanti i nostri ideali. Per un futuro migliore.
La lettera del Ministro Profumo si conclude dicendo “Vedrete che non sarete lasciati soli”.
Io concludo dicendo che saremo noi, a non lasciare solo il nostro Governo.. perché Falcone e Borsellino ce l'hanno insegnato: chi ha il coraggio di lottare per i propri ideali, non muore mai.
Alessandra Marson |